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Necropoli delle Pianacce Sarteano

SITI ARCHEOLOGICI

Necropoli delle Pianacce

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Necropoli delle Pianacce


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La necropoli delle Pianacce è stata indagata per la prima volta nel 1954 dall’archeologo Guglielmo Maetzke che vi rinvenne due tombe. Successivamente la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana interruppe le ricerche e tra gli anni '70 e '80 del secolo scorso l'area subì un pesantissimo saccheggio dai tombaroli che misero in luce almeno altri 5 ipogei, come risulta da un successivo rilievo dell'area per apporrere il vincolo archeologico e che evidenzia 7 tombe. Poi l'area fu nuovamente abbandonata. Nell’estate del 2000, grazie alla disponibilità dei proprietari dei terreni e alla richiesta di uno di essi, il Museo Civico Archeologico di Sarteano con i volontari del locale Gruppo Archeologico ha ripreso le campagne di scavo portando alla luce altre 20 strutture di cui 15 rese visitabili. La necropoli costituisce solo una parte limitare di una vastissima area di sepoltura scavate nel costone roccioso che delimita l'altopiano di Sarteano, con tombe già di epoca tardo-orientalizzante e arcaica. Lo splendido panorama sulla Val di Chiana, che mostra la vicinanza con l’allora centro egemone di Chiusi e con l’odierna Città della Pieve e che si apre sulle vallate umbre che portano ad Orvieto, dimostrano quale posizione di controllo fosse stata scelta per le sepolture, ma anche sicuramente per l’abitato  sicuramente posto nelle vicinanze.

L’area delle Pianacce presenta nel settore sud-ovest le sepolture della fase più antica, collocabile tra la seconda metà del VI e il V sec. a. C., con strutture medio-piccole, tutte scavate nel travertino, mentre nella zona centrale si trovano grandi ipogei monumentali, anche con enormi corridoi di accesso, ognuno con una pianta diversa dall’altra e con caratteristiche architettoniche diverse. Queste ultime appartengono ad una fase compresa tra la seconda metà del IV e l’inizio del II sec. a. C. e presentano materiali di grande pregio che denotano la ricchezza della committenza che le aveva fatte realizzare. Tra esse spicca la tomba decorata con pitture detta “Tomba della Quadriga Infernale” dalla scena più significativa che vi è rappresentata, che costituisce una delle scoperte più eclatanti dell’etruscologia degli ultimi decenni.

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