LE STANZE ETRUSCHE, reprti dalla necropoli di San Giustino
Sinalunga - Da venerdì 8 luglio in Via Spadaforte 31, centro storico
Al via l’esposizione permanente “Larth, le stanze etrusche di Sinalunga”. La mostra sostituisce il vecchio Antiquarium e saranno visibili i reperti della necropoli etrusca di San Giustino. La curatrice del percorso espositivo è Ada Salvi, su progetto di Monica Salvini.
Coordinate GPS di Via Spadaforte 31, luogo della mostra:
43.213056°, 11.738408°
Sul finire del settimo secolo avanti Cristo Sinalunga divenne un avamposto della potente città etrusca di Chiusi. La necropoli utilizzata per circa 500 anni è costituita da 11 tombe a camera, delle quali quattro sono quelle fino ad oggi indagate. La struttura era formata da una o più camere, talvolta con presenza di nicchie e di letti funebri.
Le sepolture avvenivano sia per inumazione, con il defunto che veniva disteso sul letto funebre o in un sarcofago di pietra. Oppure per incenerimento, con le ossa combuste che venivano riposte dentro piccole urna. I materiali rinvenuti mostrano lo stretto legame che l’insediamento sinalunghese aveva con con Chiusi e sono riferiti a un ricco ceto aristocratico che marcava il proprio status proprio attraverso la deposizione di oggetti, quali armi e ornamenti personali nelle tombe.
Il visitatore potrà vivere l’emozione di una scoperta archeologica grazie all’allestimento di una tomba al momento del rinvenimento. Oggetti lasciati così come solitamente vengono rinvenuti durante gli scavi lasciano intuire il luogo di lavoro tipico degli archeologi, ai quali spetta lo studio che porta alla comprensione dei reperti rinvenuti e del loro significato. L’esposizione sarà completata da reperti provenienti da un vasto insediamento etrusco sito a poca distanza da San Giusto.
Probabilmente questo insediamento chiamato delle Carceri era il villaggio, l’abitato etrusco, di cui San Giusto rappresentava il luogo di sepoltura. L’assessore Emma Licciano si dice felicissima : “un obiettivo raggiunto, grazie al quale si può dire che il nostro comune entra a far parte del percorso di studio su quella che fu la vita degli etruschi”.
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