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La Città Sotterranea - Museo Civico Chiusi

MUSEI

La Città Sotterranea - Museo Civico

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RECAPITI E ORARI

La Città Sotterranea - Museo Civico
53043 Chiusi, Via II Ciminia, 2 (da piazza XX Settembre)

Telefono 0578 20915 - 334 6266851

Sito web: https://www.museisenesi.org/museo/museo-civico-la-citta-sotterranea/


Biglietto da visita (vCard)


ORARI DI APERTURA E VISITA:
dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; lunedì e giovedì chiuso.
BIGLIETTI: Promo € 3,00; gratuito fino a 18 anni.

Il Museo della Città Sotterranea di Chiusi, attraverso le sue tre sezioni, si propone come un valido strumento per la didattica e per illustrare la complessa realtà archeologica, storica e geografica della città di Chiusi.
Nella prima sezione, ospitata nel Palazzo delle Logge, in via Bassa Ciminia I, si riassume la storia degli scavi della rete di gallerie di epoca etrusca che si snoda nel sottosuolo della moderna città; storia che è fortemente legata alle ricerche sulla figura di Porsenna.


Questo personaggio, le cui vicende storiche sconfinano nel mito, fu un potente lucumone etrusco di Chiusi che, alla fine del VI secolo a.C., mosse guerra contro Roma. Il mito di Porsenna è legato a quello del Mausoleo in cui sarebbe stato sepolto e al ricchissimo tesoro che vi sarebbe stato nascosto: la leggenda tramandataci dal naturalista romano Plinio il Vecchio vuole, infatti, che il sepolcro del potente lucumone si trovasse “sotto la città di Chiusi” protetto da un inestricabile groviglio di cunicoli che formerebbero un vero e proprio labirinto.


Per molti secoli si è ritenuto che i cunicoli etruschi scavati nel sottosuolo della città dovessero condurre al favoloso tesoro sepolto insieme al lucumone etrusco, ed è per questo che molti esploratori e avventurieri, dal medioevo fino ad oggi, si sono insinuati nel sottosuolo della città lasciandoci suggestivi e leggendari racconti delle loro imprese alla ricerca del tesoro di Porsenna.
Di tutto questo tratta la sezione “il Labirinto” del Museo Civico di Chiusi attraverso piante, pannelli didattici e reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi di alcuni tratti dei cunicoli.


La seconda sezione museale dedicata alle "Attività produttive" è ospitata in quelle stanze dell’antico palazzo Bonci–Casuccini che in origine erano adibite a magazzino dell’azienda agricola dell’omonima famiglia. In questa sezione sono esposti, nella sala d’ingresso, attrezzature legate allo sfruttamento del lago di Chiusi e alcune cartine che illustrano lo sviluppo e la successiva contrazione della palude nell’area della bassa Val di Chiana; nella seconda stanza sono esposti un tornio e alcuni vasi di epoca etrusca, romana e medioevale che attestano l’importanza di Chiusi attraverso i secoli nella produzione di vasellame. Nell’ultima stanza è stato ricostruito l’ufficio del fattore dell’azienda e sono esposti alcuni attrezzi agricoli dei secoli XIX e XX.
Infine si scende nel sottosuolo, in alcuni locali sotterranei che furono ricavati, in epoca moderna, riadattando antichi cunicoli etruschi e vennero utilizzati fino alla prima metà del XX secolo come cantine annesse alla proprietà Bonci Casuccini.


Da queste stanze si passa ad altri ambienti ipogei che si sviluppano per circa 140 m. nel sottosuolo del centro storico di Chiusi, nei quali è stata allestita la terza sezione del Museo, dedicata all’epigrafia etrusca. Qui troviamo infatti un ricchissimo corpus di oltre 500 iscrizioni funerarie etrusche tra urne cinerarie e tegole iscritte. Questa parte del museo è, quindi, dedicata all’epigrafia etrusca e costituisce la più grande esposizione epigrafica al mondo ad essere aperta al pubblico. Visitando questo museo si viene in contatto con uno degli aspetti più interessanti della civiltà estrusca: la scrittura. Leggendo le iscrizioni è possibile, infatti, riconoscere le lettere dell’alfabeto e capire come la lingua di quel popolo scomparso si fosse evoluta durante mezzo millennio di storia.

 

Infine, al termine del percorso, il visitatore potrà affacciarsi su un monumentale pozzo che venne realizzato dagli Etruschi per attingere acqua da un laghetto naturale posto a circa 30 m. di profondità così da apprezzare la maestria di questo popolo scomparso nella realizzazione di eccellenti opere idrauliche.

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